colloquio stretta di mano

Colloquio di lavoro senza soprese

Attenzione: le parole che si riferiscono all’identità di genere non sono state automaticamente declinate al maschile.
Queste vengono fatte terminare con una “ə” con l’intenzione di lasciare a chi legge la libertà d’interpretazione.

Per avere un lavoro, è banale, bisogna cercarlo.

Dopo aver risposto a un annuncio hai probabilmente già fatto una buona impressione con il tuo curriculum vitae.

Leggi: Curriculum Vitae perfetto in 5 mosse!

Ora è importante che quell’impressione sia mantenuta – se non migliorata – nella fase successiva: il colloquio.

In un momento decisivo come quello del colloquio, le impressioni di entrambe le parti si incontrano e si scontrano. Le prime impressioni, così come nella vita di tutti i giorni sono molto semplici da creare, ma molto difficili da eliminare o anche solo da modificare.

Per questo è sempre meglio giocare d’anticipo e cercare di alimentare la buona impressione che si sono fatti di noi grazie al nostro tanto sudato CV.

Non si può dire di aver fatto un buon colloquio senza una minima preparazione preliminare che occupi almeno un paio di giorni prima dell’incontro.

Inoltre, prima del colloquio vero e proprio, verrai contattatə per concordare una data, quindi un primo contatto avviene già prima del colloquio. Pertanto, i consigli verranno divisi in “prima” e “durante” il colloquio, quindi in ordine temporale.

Questo è il momento di preparare gli assi nella manica.

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1) Cosa fare prima

Durante il colloquio dovrà andare tutto liscio e dovrai contare sul tempo che hai investito nella preparazione nei giorni prevedenti.

Non fissare il colloquio con leggerezza

La chiamata per fissare il colloquio è il primo vero e proprio contatto tra lə candidatə e l’azienda (o chi è in cerca di una collaborazione). Già il curriculum ha dato una certa impressione, da qui in poi la posta si alza.

La chiamata, oltre che per fissare il colloquio, può servire sia per chiarire alcuni elementi del curriculum, sia per verificare il motivo per cui ci si è candidati.

È meglio essere al massimo dell’attenzione e lontani da eventuali distrazioni perché anche in questa fase la selezione continua.
Chiedere un momento per spostarsi – o per accostare, se si è in macchina – può essere una buona idea.

La prima cosa che potrebbero chiederti è se ricordi dell’annuncio a cui ti sei candidatə.
Per quanto possa sembrare assurdo doversi ricordare certi dettagli, evidenziare il fatto che si risponde a molti annunci giornalmente potrebbe non essere una buona mossa, dando l’impressione di una persona che invia curriculum a raffica senza un’apparente logica.

Ovvia a questo rischio annotando in qualunque modo qualche informazione sulle candidature inviate. In questo modo potrai avere accesso alle indicazioni sull’annuncio in maniera rapida e senza la necessità di affidarsi alla memoria.

Se invece chiamano in un momento delicato è sufficiente informare che non è un buon momento e domandare se sia possibile posticipare la telefonata. In questo caso è meglio evitare di dare troppe spiegazioni del perché.

Solitamente a questo punto si arriva alla pianificazione dell’appuntamento.
A tal proposito è sempre meglio non fare i preziosi.
Se ne hai la possibilità – ossia se non stai lavorando o studiando – è utile dare l’impressione di essere flessibili. Perciò può essere una buona idea accettare un colloquio alle nove di mattina. In caso contrario si rischia di apparire come una persona che non si è posta il problema di avere delle priorità. Chi vi contatta potrebbe pensare che per voi sia più importante dormire di trovarsi un lavoro.

Se invece si lavora – e dunque si ha difficoltà nel trovare un momento libero – bisogna comunque tenere in considerazione che anche la persona dall’altro capo del telefono lo fa. Perciò è sconsligliato proporre un colloquio oltre l’orario di lavoro, nel weekend o addirittura la vigilia di Natale. Una buona soluzione può essere quella di ritagliarsi un momento in mattinata, nel tardo pomeriggio o durante la pausa pranzo.

Nel caso in cui sorgessero dubbi o problemi è importante informare chi ti farà il colloquio, ma sempre tenendo a mente che ora è: nel dubbio, è bene ricordare che esistono sempre le mail.

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Preparati una presentazione

Una delle prime cose che potrebbero chiedere dopo che ti sarai sedutə sulla sedia è: «Raccontami di te».

Una buona idea può essere quella di prepararsi un piccolo paragrafo mentale su di te, in modo da non dover abbandonarsi all’improvvisazione.
Anche solo pensarlo e organizzarlo in punti può fare la differenza.

Meglio farlo anche in inglese. È molto probabile, infatti, che decidano di testare il tuo livello di inglese proprio chiedendo di descrivervi.

Se proprio non sai da dove partire può essere un’idea cominciare dalla tua esperienza formativa: cos’hai studiato, cosa ti è piaciuto e quali sono state le tue motivazioni nelle scelte di vita.

Se stai lavorando inserisci nella presentazione anche alcune informazioni sulla tua attività corrente. Ad esempio puoi spiegare di cosa si occupa l’azienda per cui lavori o cosa fa l’ufficio nello specifico.

Per creare una buona presentazione e che sia in grado di fare la differenza non dimenticare di inserire delle sfaccettature che riguardino le caratteristiche richieste nell’annuncio a cui hai risposto. Se, per esempio, sono richieste flessibilità e teamworking, inserisci nella descrizione eventi o situazioni in grado di evidenziare che queste peculiarità le hai.
Così facendo hai la probabilità di anticipare possibili domande successive e al contempo riuscirai a dare l’impressione di possedere quelle caratteristiche in maniera naturale e spontanea.

Informati sull’azienda

Nel corso del colloquio potrebbero testare la tua conoscenza sull’azienda per cui ti sei candidatə. Per quale motivo? Per testare la tua motivazione alla posizione in base alle informazioni che hai sull’azienda.

Perciò è bene non rimanere senza parole e cercare per tempo informazioni utili.

Puoi dare almeno un’occhiata al sito ufficiale e leggere in rete cosa si dice su di loro; non fermarti al primo risultato su Google.

È chiaro che, quando risponderai, lo si farai citando informazioni trovate su internet ma, in ogni caso, questo servirà a farti apparire come una persona ingaggiata.

Preparati anche qualche domanda da fare a chi ti seleziona.
Ma che siano domande ben calibrate, che non abbiano la risposta in angoli del sito che sono sfuggiti.

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Sii formale, non elegante

Formalità non significa giacca e cravatta. Se la posizione non lo richiede è meglio evitare la formalità estrema.

Se ti sei candidato per una posizione di perito chimico, per esempio, l’abito non è necessario; se la posizione è per una società di consulenza, viceversa, allora è d’obbligo.
In ogni caso, è consigliato farsi guidare dal buon senso.
Quindi le magliette riportanti le date della band metal preferita o inneggianti frasi di dubbio umorismo è meglio lasciarle per altre occorrenze.

– Non arrivare in ritardo, ma nemmeno troppo presto

Non arrivare in ritardo è ormai un consiglio quasi banale. Ma è importante anche non arrivare troppo presto. Il motivo è che chi seleziona verrà ugualmente informato anche se si arriva con molto anticipo.

Presentati cinque o al massimo dieci minuti prima dell’appuntamento.

Se sei una persona ansiosa o semplicemente non puoi fidarti delle tempistiche dei mezzi o del traffico, il consiglio è quello di trovarsi qualcosa da fare nei paraggi, come bere un caffè – ovviamente cercando di non tirarselo addosso.

Nel caso in cui prevedi di arrivare in ritardo è sempre corretto avvisare. Meglio ancora se avvisi con un certo anticipo. Perciò può essere una buona idea tenere d’occhio l’orario e avvisare tempestivamente – via telefono o via mail – qualora possa esserci la possibilità di arrivare in ritardo.

Avvisa anche se si ritiene di non potersi presentare all’appuntamento. Farlo è assolutamente lecito, ma non farlo – oltre a essere maleducato – porterà anche a non essere presə in considerazione per posizioni future.
Anche in questo caso è indicato non scendere troppo nei dettagli sul motivo della cancellazione.

2) Cosa fare durante il colloquio

Tutto ciò che si poteva fare prima del colloquio è stato fatto. Tutto ciò che si poteva preparare in anticipo è stato preparato.
Ora è il momento di entrare in scena giocandosi ogni carta nel colloquio vero e proprio.

Monitora la comunicazione non verbale

Premessa: in nessun modo si sta parlando di PNL e altre pseudoscienze da quattro soldi. In nessun modo gestire la propria impressione significa avere l’intenzione di manipolare il prossimo. C’è un motivo se nelle librerie i libri su queste tematiche sono catalogati vicino alla sezione esoterismo.

Monitorare la comunicazione non verbale significa mantenere un’attenzione attiva sul modo in cui ci si comporta e si veicolano le informazioni che cogliamo comunicare.

Nella pratica evita di sederti in maniera troppo rilassata, di grattarti un orecchio e di infilarti le dita nel naso.
Può sembrare scontato ma non dimenticarti di spegnere o di silenziare la suoneria del tuo smartphone.

Anche guardare l’orologio è un comportamento da tenere d’occhio: nel caso in tu abbia un appuntamento fai in modo di informare lə selezionatorə prima del colloquio.
È assolutamente lecito chiedere, durante la chiamata iniziale, quanto in media può durare il colloquio. In questo modo puoi informare indirettamente dell’impegno e – se necessario – potrai approfittare per proporre un’altra data.

Modula il linguaggio in base a chi si ha di fronte

Uno dei primi ostacoli alla comunicazione è capire se è il caso di dare del “tu” o del “lei”. Nel dubbio dai sempre del “lei”. Tranne ovviamente se non è lə selezionatorə stessə a concedertelo.
Anche se ti viene concesso un setting informale mantieni comunque un atteggiamento professionale, anche se chi ti seleziona è visivamente più giovane di te.  

Modula il linguaggio anche in base al grado di competenza della persona che avrai di fronte.
Tendenzialmente si fa un colloquio con una persona delle risorse umane e successivamente con la persona che ha un ruolo di responsabilità verso la persona che verrà inserita. Il primo avrà il compito di capire che persona ha di fronte, il secondo di verificare le sue competenze.

Per questo è importante modulare il grado di complessità e tecnicità del linguaggio che usi. Se interagisci con unə selezionatorə è meglio mantenere un linguaggio semplice; viceversa, se interagisci con unə tecnicə usare un linguaggio competente è addirittura parte di valutazione.

Rispondi sempre argomentando anche a domande scomode

Domandare è lo strumento più diretto – ed esplicito – per conoscere chi hai di fronte. Potranno porti domande aperte o chiuse. L’importante è sempre argomentare e motivare.
Perciò, ad esempio, se ti viene chiesto se ti piace la matematica è meglio non limitarsi a rispondere a monosillabi ma proseguendo motivando la risposta.

Ci sono poi le domande apparentemente sconclusionate. Lə selezionatorə potrebbe chiedere: «Che rapporto ha avuto con il suo professore?», «Qual è la sua giornata tipo?», o persino «Quante palline da ping-pong può contenere un Boeing 747?».

Anche se sembrano domande troppo personali o del tutto prive di senso è importante tenere a mente che chi si ha di fronte ha perfettamente coscienza di quello che ti sta chiedendo.

Alcuni costrutti importanti – come il rapporto con i superiori, l’atteggiamento verso gli altri o la capacità di improvvisare – sono molto difficili da scovare con le sole domande dirette.
Questo per tre motivi: lə candidatə potrebbe sentirsi attaccatə nella sfera dei valori personali, potrebbe non avere consapevolezza diretta della competenza o potrebbe dare una risposta influenzata dalla desiderabilità sociale.
A parità di competenza, due domande come «Che rapporto ha avuto con il suo professore?» e «Generalmente ha rispetto dei suoi superiori?» portano a due risposte completamente diverse.

Perciò, la regola generale è di rispondere nella maniera più sincera possibile e senza spazientirsi. L’importante è sempre dimostrare di saper argomentare.

colloquio domanda
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Se rispondere è cortesia, domandare è lecito

Una volta raggiunta la parte finale del colloquio solitamente lə selezionatorə chiede allə candidatə se ha delle domande. Questo è il momento per approfittarne.

Fai domande ma con consapevolezza di ciò che si chiede.

Chiedere della posizione, del ruolo, dell’azienda e dei potenziali superiori è assolutamente lecito. Ma attenzione a non chiedere ciò che è già stato detto o che banalmente si potrebbe trovare con facilità sul sito internet.

Anche se bisogna stare attentə a molte cose durante il colloquio è sempre utile cercare di seguire il più possibile informazioni importanti come la presentazione dell’azienda che il selezionatore fa ad ogni candidato.

È del tutto lecito chiedere quanto può durare l’iter di selezione, ma è un po’ più delicata la questione dello stipendio.

Se vuoi chiedere quanti zeri avrà la tua busta paga allora è meglio fare attenzione ai due aspetti già citati: a chi lo si chiede e in che modo lo si fa.
Questo tema è tipico di chi fa parte dell’ufficio risorse umane più che al personale tecnico che valuta le competenze. Quindi evita di chiederlo a chi potrebbe rispondere che non lo sa. Eventualmente puoi aggirare la questione chiedendo qual è il budget per la posizione che stanno ricercando.  

Fatti furbə

Per evitare di buttare alle ortiche tutto lo sforzo fatto finora è meglio non abbassare la guardia fino a che non ti sei fisicamente lasciato la porta alle spalle. È proprio nel momento in cui finisce il colloquio che la stanchezza si fa sentire e il controllo sulle proprie azioni diventa più difficile.

Qui stai attentə a dosare le tue opinioni, soprattutto se possono influenzare negativamente il giudizio costruito fino a quel momento. Quindi meglio non turbare chi si ha di fronte.

Ma questo vale anche nei tuoi confronti. In nessun caso è lecito che qualcuno ti faccia domande discriminatorie che indagano le tue intenzioni a sposarti, ad avere figli, che atteggiamento hai nei confronti di un orientamento sessuale o qualsiasi tuo orientamento, che sia sessuale, di genere, religioso, politico o la squadra di calcio.
Se dovesse succedere è giusto non solo far presente che non è una domanda opportuna, ma anche domandarsi per quale azienda ti sei candidatə.

Avere delle interazioni per ottenere un lavoro è una gran fatica. Prima di tutto perché queste si svolgono su un terreno di gioco a tuo sfavore. Purtroppo chiunque cerca lavoro si trova in una posizione svantaggiata.
Potrà capitarti di trovarti nella spiacevole situazione in cui chi ti seleziona potrà approfittare di questa disparità. Nessuna persona si merita un posto di lavoro dove questo accade.

Spesso le aziende dimenticano che anche lə candidatə formulano giudizi durante i colloqui. Anche nella tua posizione svantaggiata hai il potere di scegliere per chi candidarti e quali condizioni accettare.

Ora sei prontə per affrontare tutti i prossimi colloqui della tua carriera lavorativa.

Tutto ciò che hai fatto fino ad ora è un importante investimento sul tuo benessere futuro. Non dimenticarlo!

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